Il clero riconosce che l’alcolismo è una malattia complessa che coinvolge non solo l’alcolista, ma tutta la famiglia sul piano emotivo spirituale e fisico.
Questa malattia corrode i legami familiari dal resto della comunità. Come membro del clero, lei si trova in una posizione eccezionale per aiutare le famiglie e gli amici degli alcolisti che le chiedono consiglio. Ma per aiutare le famiglie a demolire gli sbarramenti eretti con il loro rifiuto, lei deve in primo luogo riconoscere l’effetto collaterale creato dall’alcolismo.
La moglie di un alcolista può venire da lei lamentandosi, per esempio, della violenza, dei problemi con i figli, della mancanza di risorse finanziarie o dell’assenza di dialogo.
In una lettera aperta al clero, i membri Al-Anon descrivono il genere di racconti che probabilmente le capita di sentire: “…è stato un altro fine settimana terribile … Jim non è venuto a casa venerdì sera, giorno di paga, e quando finalmente è ritornato verso le sei di sabato mattina era trasandato e non rimaneva quasi più niente della sua paga. Più tardi durante la giornata, ha picchiato uno dei bambini con il pretesto che faceva troppo chiasso giocando. Sabato sera è uscito e si è ubriacato di nuovo e domenica se l’è presa con me”.

Un altro parrocchiano le dà appuntamento. Si sfoga con il racconto delle disgrazie che succedono nella sua famiglia, che lei era ben lungi dall’immaginare. Descrive scene angosciose: e rientrando dal lavoro la sera ha trovato il figlioletto, un lattante, lasciato incustodito nella sua culla e sua moglie per terra in cucina ubriaca fradicia lei li aveva visti insieme alle funzioni religiose e le è difficile credere che questa donna attraente possa veramente essere come suo marito la descrive.
(Estratto dalla “Lettera aperta al clero” pubblicata da AFG, Inc.).

Un membro del clero, a cui sono famigliari i problemi che le famiglie degli alcolisti debbono affrontare, offre questo consiglio ai suoi confratelli : “Uno dei più grandi servizi che un uomo di chiesa illuminato può offrire quando si rende conto di essere di fronte ad un caso di alcolismo è quello di suggerire al convivente non alcolista di approfittare delle grandi possibilità di aiuto e di recupero che si possono trovare in Al-Anon. Quando il congiunto di un alcolista ha trovato l’accettazione e la comprensione di un gruppo Al-Anon, ha inizio la crescita emotiva e spirituale… Il programma Al-Anon insegna a cambiare atteggiamento e stile di vita e i membri di questa associazione, che così sviluppano e adottano una nuova scala di valori nella loro vita , sono in grado di portare un notevole contributo spirituale in qualsiasi comunità religiosa.
Con questo non si vuole, comunque minimizzare il contributo del consigliere. La frequente mancanza di comprensione, da parte della famiglia, delle forze che sono all’opera nell’alcolismo, richiede notevole acume e capacità di interpretazione da parte del consigliere e questo significa molto di più che un semplice ascolto passivo. Questo modo di consigliare è, in effetti, l’unione di due persone che lavorano per esplorare un problema“.
(Estratto da “Il clero e la malattia dell’alcolismo nella famiglia” da Al-Anon affronta l’alcolismo).